“Fermi tutti! Un momento…”.
Sono le parole della matrigna nel terzo atto de La gatta Cenerentola nella versione della NCCP, che, anziché rivolgersi all’Asso di bastoni, potrebbero essere dirette a ognuno di noi.
Eh sì… perché meno di un mese fa (il 6 aprile) ci ha lasciati a 91 anni (nato il 25 agosto 1933) uno dei personaggi più autentici del mondo culturale partenopeo: Roberto De Simone.
Ogni napoletano vero, innamorato della propria città e delle proprie tradizioni, non può tirare dritto, indifferente, dinanzi a una perdita di tale entità. È vero: già da un po’ di tempo il Maestro era stato costretto da un male subdolo e silenzioso ad allontanarsi dagli eventi cittadini e dalle attività che lo hanno visto protagonista.
La presenza dei grandi, però, si materializza anche quando fisicamente non si vedono o non si sentono. E li si omaggia comunque, indipendentemente dall’opinione che si nutre verso di loro in vita.
Infatti, è difficile circoscrivere la grandezza del Maestro in uno steccato di un singolo ambito, e non esserne affascinato da almeno uno di essi.
Musicista. Compositore. Scrittore. Musicologo. Regista. Direttore del Conservatorio:
sono solo alcune delle tappe più significative della vita artistica di Roberto De Simone.
Tutti ruoli vissuti a pieno, con un’intensità totale, senza mai risparmiarsi. Avendo sempre chiare le proprie radici, la propria identità e i riferimenti culturali, senza accettare mai compromessi di circostanza.
Come tutti gli spiriti sensibili, gli anni giovanili – alcuni trascorsi nelle zone vicino Napoli per sfuggire alle brutture della Seconda guerra mondiale – segnarono molto il Maestro De Simone, che in quel periodo riuscì ad abbinare gli studi classici a quelli musicali, come pianista e clavicembalista.
Nonostante tutte le difficoltà, si esibì giovanissimo in duo, accompagnando la cugina, cantante soprano. E nel 1943 entrò come allievo della scuola di piano al Conservatorio di Napoli. Tuttavia, gli anni vissuti a Somma Vesuviana gli ispirarono una passione sconfinata per la musica popolare, affrontata e studiata con lo stesso metodo e rigore degli studi musicali classici.
Tale passione, qualche anno dopo – alla fine degli anni ’60 – ispirò la creazione di uno dei gruppi leggendari della musica popolare partenopea, proposta nella sua accezione più nobile e rigorosa: la Nuova Compagnia di Canto Popolare.
La spinta innovativa del Maestro, alla fine degli anni ’70, dopo la rottura con alcuni componenti della NCCP, proseguì grazie alla collaborazione con i musicisti della Media Aetas, sempre alla ricerca di fonti musicali popolari e storiche, ricca anche di quella vena sottilmente umoristica.
E proseguì anche con l’impegno in prima persona alla ricerca di talenti vocali e strumentali – come posso testimoniare – avendolo incrociato nelle audizioni per una produzione teatrale.
Fu proprio durante questo periodo così vivace e fertile artisticamente che nacque il capolavoro in assoluto più famoso del Maestro: La Gatta Cenerentola.
L’opera teatrale in tre atti prese forma e fu rappresentata nel 1976 al Festival dei Due Mondi di Spoleto, dove ottenne grande successo, grazie al connubio di musica popolare e dotta. Per di più, quell’allestimento vide l’intervento di artisti di grande spessore, a testimoniare l’interesse che aveva suscitato il lavoro teatrale e musicale generato dal Maestro De Simone.
Peppe Barra, Isa Danieli, Patrizio Trampetti, Virgilio Villani, Concetta Barra, Giovanni Mauriello, Fausta Vetere, Antonella D’Agostino, Antonella Morea, Francesco Tiano, Franco Javarone, Annamaria Vaglio, Mauro Carosi regalarono a quell’edizione un sapore iconico, segnando in modo indelebile i destini artistici di ognuno.
Non a caso, l’LP – e successivamente il CD – è presente nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre, pubblicata nel 2012 da Rolling Stone Italia, all’83º posto.
Ai nostri lettori suggerisco di scaricare il copione online, ove mai non ne fossero già in possesso; ed aggiungo anche il link:
Scena delle ingiurie – La Gatta Cenerentola,
unica nel panorama teatrale partenopeo – e non solo.
Gli anni ’90 lo hanno visto impegnato in ruoli istituzionali, sempre vissuti in modo ruvido o, addirittura, conflittuale, come ad esempio la direzione della Festa dei Gigli di Nola, prima assunta nel 2013 e poi lasciata poco prima dell’inizio dell’edizione 2014.
La malattia prese poi il sopravvento sul corpo del Maestro, ma l’indole è rimasta sempre indomita.
Anche tra le pareti dell’appartamento-museo di via Foria, nei pressi dell’Orto Botanico di Napoli, ricco di angoli impensabili a chi vive questa magnifica città e custode dei meravigliosi spartiti di cui Roberto De Simone è stato sempre geloso. Chissà che ora si riesca a ottenere un’edizione completa della partitura de La Gatta Cenerentola.
E traendo, infine, spunto dai dialoghi in essa custoditi:
“Assettate a mammà…” potrebbe dire la sirena Partenope a uno dei suoi figli più brillanti…
“…pecché la chianella l’hai perza propetamente tu!”
Eh sì, Maestro. La “chianella” della riconoscenza, dell’onore e della tenacia culturale è tua a tutti gli effetti!
Per questo, è stato del tutto doveroso l’ultimo omaggio che la città ha tributato all’Artista, accogliendolo all’interno del foyer del San Carlo, dove la camera ardente ha visto il susseguirsi di artisti ed appassionati.
Per questo, ogni spirito sensibile, legato in modo forte ed autentico a questa terra, ti è grato. Per ciò che hai realizzato in prima persona.
Ma, soprattutto, per ciò che hai lasciato e resterà nei cuori di tutti coloro che amano la cultura partenopea.
Grazie Roberto!
E per questo riecheggia, ancora più forte, sempre e comunque:
BUONA MUSICA A TUTTI!
Antonio Ruggiero
Instagram: @a.ruggi