Il Salotto di Kreanews

Il Salotto di KreaNews – «‘A chi ‘o vuò», l’inno alla leggerezza con Silvia Falanga

Nel nuovo appuntamento de Il Salotto di KreaNews, Francesco Russo ospita la cantautrice napoletana Silvia Falanga. Dalla danza ai palchi televisivi nazionali, fino al nuovo singolo «‘A chi ‘o vuò», l’artista racconta un percorso fatto di passione, sperimentazione e libertà espressiva, con un messaggio potente di autonomia femminile.

Nasci a Pozzuoli, ma tutti ti considerano napoletana. Perché accade questa “adozione”?
«Pozzuoli è splendida, ma spesso la provincia viene un po’ ghettizzata. Napoli invece abbraccia, ingloba. Io stessa mi sento sirena dei Campi Flegrei: quel panorama ispira ogni nota che scrivo.»

Quando arriva la scintilla della scrittura? Hai un luogo o un momento preferito?
«Può succedere ovunque: in macchina, con amici, o mentre canticchio un motivetto e lo registro al volo. La città è musa, ma basta una frase ricorrente per accendere la creatività.»

In realtà nasci come ballerina. Cosa ti ha spinto a lasciare la danza per il canto?
«Il sogno era il balletto, poi una talent-scout mi fece salire sul palco dicendomi: “Figlia mia, la tua voce merita platee importanti”. Da lì tour, teatri, lo stadio con Gigi D’Alessio, la TV con Baudo, Clerici, Arbore… e il ballo è rimasto nel cuore, ma il canto mi ha portato lontano.»

Oggi la musica è “più easy, più veloce”. Come vivi l’era dei motivi elettronici e dell’intelligenza artificiale?
«La tecnologia fa nascere 149 brani al minuto, solo due verranno ascoltati. L’AI compone “senza cuore” e gli arrangiatori rischiano l’estinzione. Io continuo a difendere la musica suonata, viscerale, dal vivo: è lì che batte il cuore vero.»

Tutti parlano di viralità. È davvero una meta necessaria?
«La viralità può dare a chiunque un momento di luce, anche con cose banali. Ma spesso resta immagine, non arte. Domando: “Ma dove vogliamo andare?” Senza contenuto solido, il boom dura un soffio.»

Arriviamo al tuo nuovo singolo, «‘A chi ‘o vuò» – un gesto, un motto. Cosa racconta?
«È un invito a lasciarmi in pace, a scegliere la leggerezza: “Basta, voglio stare bene, essere me stessa”. Il sound, curato da Madory Production, mescola napoletano, inglese e italiano come faceva Pino Daniele. È nato da uno spettacolo alle Officine San Carlo con il contrabbassista Paolo Di Iorio e racchiude simboli fortissimi della mia città.»

A proposito di Pino Daniele: non c’è il rischio di citarlo troppo?
«Ben venga! Portiamo nel mondo un prodotto eccellente, “made in Naples”. Pino ha insegnato a fondere linguaggi, e la mia scrittura viene anche da lì.»

Eventi in arrivo?
«Dopo l’anteprima allo Stadio Diego Armando Maradona, canterò al Premio Carosone, all’Arena Flegrea con la band di Rino Zurzolo e al Festival “Napoli nel Mondo”. In autunno sarò alle “Vesuviane”, rassegna tutta al femminile.»

Nei tuoi brani c’è sempre un messaggio sociale. Penso a «Metti le scarpe e corri», scritto con tua sorella Lucia.
«Parla alle donne: uscire da relazioni tossiche, “correre” verso l’autonomia. Con «‘A chi ‘o vuò » dico di fermarsi e affrontare chi non lascia spazio alla nostra luce. La rete femminile salva: madri, sorelle, amiche devono sostenersi a vicenda.»

Silvia Falanga incarna l’essenza della “musica vera” in un’epoca dominata dall’algoritmo: mescola radici black, napoletanità e pulsioni pop per trasformare ogni palco in un grido di libertà. Il suo «‘A chi ‘o vuò » è più di un ritornello virale: è un manifesto che invita a scegliere se stessi, con coraggio e sorriso.

L’intervista completa è disponibile sul canale ufficiale YouTube di KreaNews. Il Salotto di KreaNews va in onda ogni mercoledì alle ore 18.55 su Telecapri – Canale 15 del Digitale Terrestre

 

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