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Sud protagonista: Napoli e la Campania trainano la crescita dell’occupazione

Per anni, il Sud Italia è stato raccontato attraverso numeri scoraggianti: disoccupazione in doppia cifra, fuga dei giovani, carenze infrastrutturali e un tessuto produttivo spesso fragile. Eppure, qualcosa è cambiato. Oggi, a distanza di cinque anni dalla crisi pandemica, i dati fotografano un’Italia diversa, in cui è il Mezzogiorno – e in particolare Napoli e la Campania – a indossare l’abito del motore della crescita. Una rivincita silenziosa ma concreta, che si misura nei numeri, si osserva nelle città e si respira nelle storie quotidiane di chi ha scelto di restare, di costruire, di innovare.

Un Sud che non si accontenta più delle briciole

Tra il quarto trimestre del 2019 e lo stesso periodo del 2024, il Mezzogiorno ha registrato una crescita dell’occupazione pari al +5,8%, una performance che non solo supera la media nazionale (+3,6%), ma che rompe un trend storico di svantaggio. In soli cinque anni, il Sud ha generato oltre 416.000 nuovi posti di lavoro, quasi la metà degli 850.000 creati in tutto il Paese. Un risultato tutt’altro che scontato, se si considera il punto di partenza.

A guidare questa impennata è stata proprio la Campania, con 149.000 nuovi occupati. E sul podio delle province troviamo Napoli, che da sola ha visto 50.000 nuovi posti di lavoro – un dato che la posiziona davanti a metropoli come Milano e Bari, e che rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma.

L’impresa che rinasce: dinamismo e resilienza

Dietro la crescita occupazionale c’è una Campania che crede nell’impresa. Solo nel 2024, sono nate oltre 31.000 nuove aziende, con un saldo positivo di 6.197 imprese rispetto alle cessazioni. Non si tratta solo di numeri, ma del segno tangibile di un tessuto produttivo che ha ritrovato slancio e fiducia. A muoversi sono soprattutto i settori legati ai servizi, all’artigianato, alla logistica e all’innovazione digitale. Crescono le microimprese, ma anche le startup, i progetti imprenditoriali guidati da giovani, donne e professionisti che hanno deciso di scommettere sul proprio territorio.

A rendere ancora più interessante questo fermento è la capacità di adattamento del tessuto economico campano: si punta su filiere locali, su economie di prossimità, ma anche su mercati globali. Il Sud, in questo senso, non guarda più solo al centro del Paese, ma anche oltre confine, cercando spazi, dialoghi e opportunità su scala europea.

PNRR: da sfida a occasione reale

Un ruolo centrale in questa ripresa lo ha avuto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). In Campania e nel Sud, il valore degli investimenti pro capite è stato superiore alla media nazionale, con una cifra che si aggira intorno ai 440 euro per abitante. Non solo una pioggia di fondi, ma anche la possibilità – finalmente concreta – di tradurre progettualità in realtà.

Grazie al PNRR, hanno preso forma cantieri, servizi digitali, reti di mobilità, progetti per la transizione ecologica e interventi su scuole, ospedali e pubblica amministrazione. Ma soprattutto, questi interventi hanno generato nuove assunzioni, stimolato la domanda interna e dato linfa vitale alle imprese locali. L’effetto è stato doppio: più occupazione e più fiducia nel futuro.

La sfida dell’inclusione e della qualità

Nonostante i risultati, non si può ancora parlare di traguardo raggiunto. Le sfide restano numerose: l’elevato tasso di disoccupazione giovanile, la difficoltà di conciliare lavoro e vita familiare per molte donne, la qualità spesso ancora precaria di tanti contratti.

Molti dei nuovi occupati, infatti, sono ancora impiegati in settori a basso valore aggiunto o in posizioni temporanee. Per rendere strutturale la crescita, servirà investire ancora in formazione, innovazione e politiche attive del lavoro. Bisogna far sì che ogni posto creato sia anche un’opportunità dignitosa e duratura, in grado di trattenere talenti e attrarne di nuovi.

Napoli superstar: non solo turismo

Napoli non è più soltanto la capitale del turismo culturale. Oggi è anche un polo di imprese giovani, di creatività, di nuove tecnologie, di energie sociali che si organizzano dal basso. La sua crescita occupazionale non è frutto del caso, ma il risultato di una rinnovata alleanza tra pubblico e privato, tra iniziative istituzionali e slanci imprenditoriali. Università, centri di ricerca, hub di innovazione e coworking si moltiplicano. E al di là delle grandi opere, è nella fitta rete di piccoli cambiamenti che si costruisce una nuova narrazione urbana.

Napoli sta dando prova di capacità manageriali e amministrative, di lungimiranza e visione. Lo dimostrano i numeri, ma anche il modo in cui la città ha saputo ripensare i propri spazi e il proprio futuro.

Sud: la nuova locomotiva?

Per la prima volta dopo decenni, il Mezzogiorno non è più spettatore passivo, ma attore centrale. La sua crescita non è solo una buona notizia per il Sud, ma un’opportunità per l’intero Paese. In un’Italia in cerca di equilibrio tra Nord e Sud, tra metropoli e aree interne, tra digitale e tradizione, il Sud che lavora, crea, innova è il più grande investimento che possiamo fare.

La Campania, Napoli e tutto il Mezzogiorno stanno dimostrando che la rinascita non è un sogno romantico, ma un percorso possibile, fatto di azioni, competenze e risultati. Serve ora continuità, visione, coraggio.

Marta Pennacchio

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