Il vino italiano non è solo in salute, ma è in piena forma, caratterizzato da una vitalità che pochi altri settori del Made in Italy possono eguagliare. A certificarlo, con la precisione di un check-up completo, è stata la 39ª edizione della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso, presentata come di consueto alla Nuvola di Fuksas a Roma. Questo grande appuntamento annuale va ben oltre la semplice fotografia di un’annata: è la radiografia di un universo produttivo vivace, intellettualmente curioso e strategicamente orientato verso nuovi modelli. È il ritratto di un Paese che, nonostante le difficoltà, continua a investire con caparbietà sulla qualità, spesso lontano dai riflettori e dalle mode passeggere, dimostrando una resilienza e una capacità di innovazione che rappresentano il suo vero punto di forza nel panorama globale.
I numeri, come sempre, sono il termometro più oggettivo di questo benessere diffuso. La squadra del Gambero Rosso ha sottoposto a un’analisi sensoriale rigorosa e anonima oltre quarantamila vini, un lavoro certosino e imponente che ha portato all’assegnazione di 508 “Tre Bicchieri”, il massimo riconoscimento, vero e proprio sogno per ogni produttore. A questi si affiancano 1.800 etichette promosse con i “Due Bicchieri Rossi”, ferme per un soffio sul podio e che rappresentano un serbatoio di eccellenza pronta a emergere definitivamente l’anno prossimo. Ma questi dati, da soli, non tracciano una semplice graduatoria; sono piuttosto il ritratto di un ecosistema vitivinicolo dinamico e coeso, dove la passione artigianale riesce, nonostante tutto, a superare gli ostacoli di una burocrazia spesso asfissiante. Come ha sottolineato il direttore responsabile della guida, Lorenzo Ruggeri, siamo di fronte a un vino “curioso, in cerca di nuovi modelli indipendenti, frutto di conoscenza e innovazione”. Una dichiarazione che suona come un incoraggiamento per un percorso ancora in divenire, più che come un trionfo compiuto.
Le Eccellenze Assolute: I Premi Speciali
Oltre ai riconoscimenti per categoria, la guida assegna tredici Premi Speciali, che hanno il merito di mettere in luce non solo il prodotto, ma le storie, le persone e le filosofie di particolare valore che stanno dietro a ogni bottiglia. Il titolo di Vignaiolo dell’Anno va a Francesco Carfagna dell’azienda Altura sull’isola del Giglio, un premio che celebra l’eroica viticoltura insulare e la caparbietà di chi lavora in condizioni estreme, preservando un patrimonio unico di biodiversità. L’Azienda dell’Anno è invece il gruppo Alejandro Bulgheroni Family Vineyards, che coniuga una visione imprenditoriale internazionale con una qualità eccelsa in quattro diverse tenute toscane, dimostrando come investimenti importanti possano valorizzare, e non omologare, il terroir italiano.
Scendendo nel dettaglio delle categorie di vino, il Brut Nature 2021 di Bosio si è aggiudicato il premio Bollicine dell’Anno, un riconoscimento che premia l’eleganza e la precisione delle bollicine italiane. Tra i bianchi, domina il Roero Arneis Incisa Riserva 2020 di Monchiero Carbone, a dimostrazione di come i vitigni autoctoni, quando trattati con maestria, possano raggiungere vette di complessità e longevità inaspettate. Il Rosato dell’Anno è il Cerasuolo d’Abruzzo Baldovino 2024 di Tenuta I Fauri, che eleva un prodotto spesso considerato semplice e da consumo immediato a un’opera di struttura e finezza. Un riconoscimento prestigioso anche per la Campania, dove La Guardiense primeggia tra le cooperative. A trionfare tra i rossi, in una categoria storicamente molto competitiva, è il Brunello di Montalcino 2020 di Giodo, firmato dal grande enologo Carlo Ferrini, un riconoscimento che conferma la centralità assoluta del Sangiovese di Montalcino nel panorama enologico mondiale.
La Qualità a 360 Gradi: Dalla Solidarietà ai Giovani
La guida del Gambero Rosso, ormai da anni, amplia il suo sguardo oltre il semplice bicchiere, premiando anche i valori e le visioni che sostengono il settore e ne garantiscono il futuro. Il premio per il Vino da Meditazione dell’Anno vola nelle Marche, con il Lina Passito 2023 della cantina Santa Barbara, un vino dolce che racconta di pazienza, territori vocati e antiche tradizioni. Il riconoscimento per il miglior rapporto qualità-prezzo, segnale importante per il mercato, finisce in Calabria, al Cirò Bianco Mare Chiaro 2024 di Ippolito 1845, a dimostrazione che l’accessibilità economica non sono affatto in contrasto con l’alta qualità. Il Premio Progetto Solidale va a Nino Caravaglio di Salina, premiato per un impegno che va oltre la produzione in sé, coniugando in maniera esemplare sostenibilità ambientale e sociale. Infine, il Premio Giovani Produttori è stato assegnato a Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta di Cà du Ferrà, un faro puntato sul futuro e sul fondamentale, quanto delicato, ricambio generazionale in agricoltura.
La Vera Notizia: La Qualità si Sposta e si Diffonde
Forse il dato più significativo e incoraggiante di questa edizione 2025 è la geografia mobile e in costante evoluzione dell’eccellenza. Cinquanta aziende hanno ottenuto i Tre Bicchieri per la prima volta. Questo non è un semplice ricambio fisiologico, ma il segnale chiaro e inequivocabile che la cultura della qualità, la competenza tecnica e la visione imprenditoriale si stanno diffondendo, contaminando nuovi territori e valorizzando zone meno blasonate o fino a ieri considerate periferiche. La mappa del vino italiano di eccellenza si sta allargando, diventando più ricca, variegata e, per questo, più sorprendente. È la prova tangibile che il modello italiano, basato non su un unico standard ma su mille diverse identità territoriali, non solo resiste alle pressioni del mercato globale ma è più vitale e propositivo che mai, pronto a stupire e a raccontare nuove storie nei bicchieri di tutto il mondo nei prossimi anni. Una tendenza che, più di ogni altro premio, garantisce un futuro luminoso al nostro patrimonio enologico.
