Società e Consumatori

Dead Drops: La Rete Sociale Nascosta nel Cemento

In un mondo sempre più connesso digitalmente, un’idea semplice ma sorprendente si è infiltrata nei muri, negli edifici e nei marciapiedi di città di tutto il mondo. Con l’ausilio di chiavette USB e cemento a presa rapida, è nata una rete di condivisione di file peer-to-peer chiamata “Dead Drops”. In Italia, ne esistono circa novanta, distribuite principalmente tra Roma e Milano, ma cosa sono esattamente e perché potrebbero rappresentare una sfida intrigante?

Condividere Offline
“Dead Drops” è un esperimento sociale e un’alternativa al mondo online. Le chiavette USB vengono sigillate nei muri e rese accessibili al pubblico. Chiunque trovi una di queste chiavette può caricare o scaricare file e documenti, creando una rete di condivisione di file anonima e offline. Immaginate qualcuno che collega il proprio laptop a un muro, una casa o un palo per condividere contenuti con chiunque passi di lì, tutto senza bisogno di una connessione Wi-Fi.

L’Inizio di un Viaggio
Quando una chiavetta USB viene installata, inizialmente è vuota, contenendo solo un file README.txt che spiega come accedere alla rete. Il nome “Dead Drops” è ispirato al metodo “dead drop” utilizzato nello spionaggio per lo scambio di informazioni.

I Rischi Potenziali
Nonostante l’aspetto affascinante dell’idea, ci sono anche rischi significativi. Le chiavette USB potrebbero diventare una tentazione per hacker malintenzionati. Chiunque trovi una di queste chiavette potrebbe caricarci virus o malware, mettendo in pericolo i computer degli utenti o persino creando “porte d’accesso” a reti altrui precedentemente sicure.

Numeri e Significato
Attualmente, ci sono 2.276 di queste chiavette sparse in tutto il mondo, con una capacità totale di 70.475 gigabyte. In Italia, se ne trovano 14 a Roma e 11 a Milano. Questo progetto, ideato dall’artista tedesco Aram Bartholl, mira a promuovere il principio di partecipazione e condivisione democratica, che spesso sembra mancare nel mondo digitale. È un modo per ribadire che la condivisione anonima di foto, musica, testi e video può essere un’esperienza autentica e liberatoria.

La Storia di “Dead Drops”
L’idea ha avuto origine a New York nel 2010, quando l’artista Aram Bartholl era in residenza a EYEBE-AM e ha installato le prime cinque chiavette USB. Da allora, il progetto si è espanso, con centinaia di chiavette sparse in diverse città di tutto il mondo. Un database online sul sito del progetto tiene traccia della posizione, della capacità e della data di creazione di ciascuna chiavetta. Nonostante alcune chiavette murate siano scomparse nel corso del tempo, lo spazio di condivisione digitale di “Dead Drops” continua ad espandersi, dimostrando che l’arte e la tecnologia possono ancora sorprendere e unire le persone.

Related posts

Il Ritardo delle Città Italiane sulla Mobilità Sostenibile

Redazione

L’Urlo Silenzioso del Cyberbullismo, Giovani Vittime e Bulli nell’Era Digitale

Redazione

E se fosse una macchina a dirci “ti ha lasciato”?

Redazione