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Tra applausi ed emozioni Fabio Fognini saluta il tennis

Fabio Fognini ha scelto Wimbledon, il tempio del tennis, per chiudere ufficialmente la sua carriera da professionista. Proprio qui aveva disputato il suo ultimo match, un incontro epico contro il numero 2 del mondo, Carlos Alcaraz, che rimarrà nella memoria dei tifosi. Con indosso una maglietta rossa e il sorriso di chi sa di aver dato tutto, il tennista ligure ha organizzato una conferenza stampa all’ All England Lawn Tennis and Croquet Club per annunciare il suo ritiro.

“È il modo migliore per dire addio”, ha esordito Fognini, 38 anni, originario di Arma di Taggia, uno dei talenti più ribelli e affascinanti del tennis italiano. Un giocatore che ha raggiunto la top 10 in un’epoca in cui l’Italia non era ancora una potenza tennistica, diventando per anni la “speranza azzurra” di un movimento che solo in seguito avrebbe trovato campioni del calibro di Jannik Sinner.

La decisione di ritirarsi: tra infortuni e consapevolezza

“Ho sofferto molto a causa degli infortuni negli ultimi anni e alla mia età diventa sempre più difficile. Credo che questa sia la miglior decisione che potessi prendere”, ha spiegato Fognini. “Ho giocato nel campo più bello del mondo, è l’addio perfetto”. Una scelta che, in realtà, era nell’aria da tempo.

Il sogno di Fognini sarebbe stato ritirarsi l’anno prossimo a Monte Carlo, circondato dalla famiglia e dagli amici. “Ma così è la vita, e sono comunque felice di poter dire addio qui alla mia carriera da professionista. Non giocherò altri tornei, lascio oggi. È una decisione che avevo già in testa e di cui ho parlato con la mia famiglia”, ha raccontato. “La prima settimana a Wimbledon è stata impegnativa e non ho avuto molto tempo per riflettere, ma credo che questo sia il modo migliore per concludere”.

L’ultimo match: una sconfitta che vale più di una vittoria

Fognini ha chiuso la sua carriera con un match spettacolare sul Centrale di Wimbledon contro Carlos Alcaraz. “È stata una sconfitta-vittoria, che non sono mai riuscito a vivere così intensamente”, ha ammesso. “È stato bellissimo: la fine, i momenti salienti, Carlos, il rientro negli spogliatoi dove tutti sono venuti a salutarmi. Sono cose che valgono più di una vittoria o di una sconfitta. Farlo in questo campo, davanti alla mia famiglia, vale più di qualsiasi torneo vinto”.

Il tennis è stato una parte fondamentale della sua vita, e lo sarà sempre. “Questo sport mi ha accompagnato per tutta la vita e continuerà a farlo. Conserverò per sempre tantissimi bei ricordi”, ha detto. “Ho giocato nell’era di Djokovic, Nadal e Federer, i migliori giocatori. Sono stato fortunato a vivere questa epoca”.

Il coraggio di dire basta

Fognini ha sottolineato quanto sia difficile, per un atleta, decidere di smettere. “Ho fatto questo lavoro per 20 anni e non so fare altro, però penso che non potessi chiedere un’uscita migliore”, ha detto. Prima di prendere la decisione definitiva, si è confrontato con la moglie, Flavia Pennetta, ex tennista, vincitrice degli US Open, e compagna di vita. “La vita è un cerchio che si chiude. Serve coraggio per dire basta. Dopo due set con Alcaraz ero morto, ma l’inerzia della partita e la voglia di competere hanno fatto sì che continuassi, creando questa cornice indimenticabile”.

A spingerlo verso il ritiro non sono state solo le difficoltà fisiche, ma anche la consapevolezza di aver dato tutto. “Non potevo chiedere un’uscita migliore perché stavo competendo male: non c’erano risultati, c’erano gli infortuni. È la vita, è un cerchio che si chiude. E credo ci vogliano gli attributi per dire basta. Non volevo arrivare a farlo quando il mio corpo non ce la faceva più”.

Il futuro: famiglia, relax e forse un ritorno nel tennis

Cosa farà ora Fabio Fognini? Per il momento, non ha progetti precisi. “Voglio godermi l’estate con la famiglia, è ciò che più desidero, e poi quello che verrà verrà”, ha detto. “Sono felice, ho vissuto momenti indescrivibili, il tennis mi ha dato tutto, ed è bello uscire così”.

Nonostante il carattere ribelle che lo ha sempre contraddistinto, Fognini lascia il tennis con gratitudine. “Sono sempre stato quel ragazzo ribelle e sensibile che cercava di mettercela tutta sotto tutti i punti di vista. Voglio e spero di essere ricordato così”.

E per i giovani che sognano una carriera nel tennis, il suo messaggio è chiaro: “Ci vogliono tanta dedizione e sacrificio, e soprattutto tanta pazienza. Arrivare a essere dei professionisti in qualsiasi sport non è affatto facile, devi avere voglia e dedizione. Io devo ringraziare chi ha creduto in me fin da piccolino”.

Pur lasciando il campo da gioco, Fognini non abbandonerà del tutto il mondo del tennis. “Oggi per me inizia una nuova vita fuori dal campo, ma sarò qui per chi avrà bisogno dei miei consigli. Sono sempre stato molto franco, dico le cose come stanno, e in questo lavoro è importante dire la verità. Da oggi inizio il mio nuovo ruolo: il Fabio Fognini tifoso, che tiferà per tutti quelli che giocano e che arriveranno in futuro”.

Cosa gli mancherà di più? La competizione, ma non la routine

Quando gli è stato chiesto cosa gli mancherà di più, la risposta è stata immediata: “La competizione, ma non la routine”. Fognini ha vissuto il tennis con passione e intensità, entrando “in punta di piedi” e uscendo “a testa alta”. “Una sconfitta-vittoria sul Centrale di Wimbledon, per il Fabio Fognini ragazzino di Arma di Taggia, è una cosa bellissima”.

Con questo addio, Fabio Fognini chiude un capitolo importante della sua vita, ma ne apre un altro, pronto a vivere nuove avventure. Il tennis italiano perde uno dei suoi personaggi più iconici, ma guadagna un nuovo tifoso e, forse, un futuro mentore per le nuove generazioni.

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