News in Pillole

Romania al bivio: l’ultranazionalista Simion trionfa al primo turno. Salvini lo applaude, l’Europa osserva con apprensione

 

Domenica 4 maggio 2025, i cittadini romeni sono tornati alle urne per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, in una tornata elettorale cruciale che arriva dopo mesi di tensioni, accuse di interferenze straniere e uno scenario politico in continua trasformazione. Il primo turno delle elezioni presidenziali ha visto il trionfo di George Simion, leader del partito ultranazionalista AUR (Alleanza per l’Unione dei Romeni), che ha ottenuto circa il 40% dei voti, distanziando nettamente gli altri candidati.

Simion, 38 anni, è noto per le sue posizioni fortemente sovraniste, anti-europeiste e per la sua retorica infuocata contro l’immigrazione e le “ingerenze straniere”. A fronteggiarlo al ballottaggio del 18 maggio sarà Crin Antonescu, sostenuto dalla coalizione centrista di governo, con una linea moderata e filo-europea.

Il voto arriva in un contesto delicato: le precedenti elezioni, tenutesi nel novembre 2024, erano state invalidate a causa di gravi sospetti di interferenze da parte della Russia a favore dell’ex candidato Călin Georgescu, ora escluso e indagato. Stavolta, nonostante un aumento degli attacchi informatici, il processo elettorale è stato confermato valido dalle autorità.

A sorprendere è stata anche la reazione immediata di alcuni leader europei. Tra i primi a commentare il successo di Simion è stato Matteo Salvini, segretario della Lega e vicepresidente del Consiglio italiano, che su X (ex Twitter) ha scritto:

> “In Romania il popolo ha finalmente votato, liberamente, con testa e cuore. Con buona pace dei ‘signori’ di Bruxelles e dei loro sporchi trucchi. Bravo George Simion!”

Un endorsement che non è passato inosservato. Mentre alcuni esponenti della destra europea vedono in Simion un “alleato naturale”, le istituzioni UE e i governi più moderati osservano con crescente preoccupazione il possibile avanzamento di una linea politica che rischia di mettere in discussione i pilastri democratici e l’integrazione europea della Romania.

Il secondo turno si preannuncia decisivo non solo per Bucarest, ma per tutta l’Unione. Il ballottaggio del 18 maggio sarà, nei fatti, uno scontro tra due visioni contrapposte del futuro del Paese: da un lato il nazionalismo populista, dall’altro l’Europa.

La partecipazione, intanto, è salita al 53,2%, con un incremento significativo del voto all’estero, segno di un interesse crescente anche tra i romeni della diaspora.

L’Europa guarda a est con il fiato sospeso.

 

Related posts

Campania regina della cucina mondiale: il trionfo nella classifica TasteAtlas 2024

Andra Juhasz

Il chip che controlla la Parkinson

Redazione

Londra e la battaglia per il congedo di paternità: una sfida europea

Redazione