Il futuro del lavoro appare in rapido mutamento, con una previsione che nei prossimi cinque anni verranno creati circa 170 milioni di posti di lavoro a livello globale. Un report del World Economic Forum prevede che, mentre 92 milioni di ruoli attuali saranno sostituiti, ci sarà un netto aumento di 78 milioni di nuove figure professionali. Questa trasformazione è guidata da progressi tecnologici, cambiamenti demografici, tensioni geoeconomiche e pressioni economiche, che rimodelleranno il mercato del lavoro verso nuovi orizzonti. In particolare, l’industria informatica, la robotica e i settori energetici, specialmente nelle energie rinnovabili e nell’ingegneria ambientale, vedranno una crescita significativa della domanda di ruoli specializzati. Al contempo, si prospetta un aumento dei posti di lavoro in settori di prima linea e essenziali come l’assistenza e l’istruzione.
Tra le professioni che saranno maggiormente richieste spiccano ruoli in ambito informatico, ma anche figure come autisti, educatori, operai edili e lavoratori agricoli, oltre a shopping assistant, infermieri, baristi, docenti universitari e professori di liceo. L’incremento della domanda di competenze legate a intelligenza artificiale, big data e cybersecurity sarà rapido, ma restano fondamentali anche le cosiddette competenze umane: pensiero creativo, resilienza, flessibilità e agilità. In un mercato del lavoro in continua evoluzione, la combinazione di competenze tecnologiche e capacità umane diventerà sempre più cruciale.
D’altra parte, alcune figure professionali rischiano di diventare meno richieste. Ruoli come cassieri, commessi, guardie giurate, segretari, colf, stampatori, bibliotecari e grafici vedranno una diminuzione nella domanda, a causa dell’automazione e dei cambiamenti nei modelli di business. Questo scenario sottolinea l’urgenza di un’azione collettiva nei settori pubblico, privato e dell’istruzione per affrontare le crescenti carenze di competenze, superare i gap presenti e investire in iniziative di riqualificazione e aggiornamento professionale.
Il rapporto evidenzia anche come la carenza di competenze sia il principale ostacolo alla trasformazione aziendale, con quasi il 40% delle competenze richieste sul lavoro destinate a cambiare e il 63% dei datori di lavoro che già la considerano il principale impedimento. Si stima che, su un campione ipotetico di 100 lavoratori, 59 necessitino di riqualificazione o aggiornamento entro il 2030, mentre 11 di questi probabilmente non riceveranno l’adeguato supporto, traducendosi in oltre 120 milioni di lavoratori a rischio di licenziamento a medio termine.
Le aziende stanno già pianificando di investire nell’aumento delle competenze dei lavoratori, con il 77% dei datori di lavoro intenzionati a farlo, pur prevedendo che il 41% ridurrà la forza lavoro a causa dell’automazione. La metà dei datori di lavoro sta considerando di riallocare il personale da ruoli a rischio verso altri settori dell’azienda, un approccio che può contribuire a colmare le lacune di competenze e a ridurre il costo umano della trasformazione tecnologica.
I cambiamenti demografici, compresa la crisi della natalità in molte regioni, stanno ridisegnando i mercati del lavoro. L’invecchiamento della popolazione nei Paesi ad alto reddito spingerà la domanda nei settori sanitari, mentre l’espansione della popolazione in età lavorativa nelle regioni a basso reddito alimenterà la crescita delle professioni educative. Di conseguenza, il miglioramento delle competenze di gestione dei talenti, insegnamento e tutoraggio diventerà essenziale per colmare questi divari.
Le tensioni geopolitiche influenzeranno il mercato, con restrizioni commerciali e cambiamenti di politica industriale che porteranno alcune aziende a riorganizzare le proprie attività, aumentando la domanda di competenze in cybersecurity. Inoltre, l’aumento del costo della vita e il rallentamento della crescita economica globale potrebbero causare la perdita di 6 milioni di posti di lavoro entro il 2030, richiedendo una maggiore resilienza, agilità, flessibilità e capacità di pensiero creativo da parte dei lavoratori.
Per far fronte a questi cambiamenti, è vitale un’azione coordinata tra istituzioni, imprese e sistema educativo. Solo attraverso l’investimento in formazione continua, iniziative di riqualificazione e la creazione di percorsi accessibili per acquisire nuove competenze si potrà costruire una forza lavoro globale equa, resiliente e pronta a prosperare nei lavori del domani.
Marta Pennacchio