Non sempre i viaggi procedono secondo i programmi iniziali. Quando ho deciso di passare un weekend a Roma con una mia amica, ero convinta di prenotare biglietti per musei e chiese, seguendo un itinerario preciso. Poi ho scoperto che lei non è il tipo che pianifica visite o acquista ingressi in anticipo. Risultato? Due giorni completi senza varcare soglie di monumenti a pagamento. Ma, sorprendentemente, è stata una delle esperienze più coinvolgenti che abbia mai vissuto nella Città Eterna.
Un risveglio di fronte alla storia
Abbiamo scelto di alloggiare al B&B Domus Chiara, situato proprio di fronte al Colosseo. Ogni mattina, aprendo la finestra, avevo davanti una cartolina vivente: l’immensa sagoma dell’anfiteatro più famoso del mondo. Era un richiamo costante alla grandezza di Roma.
Al piano inferiore si trovava l’Oppio Caffè, un locale aperto dalla colazione alla cena. Al mattino, iniziavamo con cappuccino e cornetto, incorniciati dalla vista sul Colosseo; la sera, invece, ci coccolavamo con una carbonara cremosa gustata davanti alle arcate illuminate. In quegli istanti ho capito che l’essenza di Roma può rivelarsi senza dover entrare in un museo.
Via dei Fori Imperiali: Una passeggiata nel passato
Il nostro primo giorno è iniziato con una camminata lungo Via dei Fori Imperiali. Lasciato il Colosseo alle spalle, ci siamo incamminate su questo viale che unisce l’antico al moderno, per giungere a Piazza Venezia. Da un lato sorgeva il Foro Romano, fulcro politico e religioso della Repubblica e dell’Impero; dall’altro il Foro di Augusto, con resti imponenti e il Tempio di Marte Ultore.
Ogni colonna evocava l’eco di un passato remoto, eppure ancora vivo nel fascino eterno di queste pietre. Ci siamo fermate davanti alla Colonna Traiana, celebre per i bassorilievi che raffigurano le campagne dell’imperatore contro i Daci. Essendo rumene, sentivamo un legame particolare: ogni pannello marmoreo raccontava un tratto della nostra antica storia.
L’altare della Patria: panorama gratuito
Al termine della passeggiata, ci siamo imbattute nell’imponente Monumento a Vittorio Emanuele II, noto come Altare della Patria. La sua candida facciata neoclassica domina Piazza Venezia con scalinate, statue allegoriche e colonne corinzie. Parte della struttura è accessibile senza biglietto, compresa una terrazza panoramica che offre uno scorcio incantevole sui tetti della capitale. Osservare Roma dall’alto, scorgendo cupole e campanili all’orizzonte, rende chiaro quanto la città sia un tesoro architettonico a cielo aperto.
Dopo aver apprezzato la visuale, siamo andate verso la Fontana di Trevi, la cui vasca risultava purtroppo in restauro. Sebbene asciutta e cinta da ponteggi, traspariva la magnificenza barocca scolpita nel marmo. Mi è mancato l’iconico lancio della moneta, ma la bellezza della struttura conservava comunque intatto il proprio fascino.
La Galleria Sciarra: un cortile segreto
Prima di raggiungere Piazza di Spagna, abbiamo fatto tappa alla Galleria Sciarra, un gioiello Art Nouveau nascosto a pochi passi dalla fontana. È uno spazio che sfugge spesso alle guide turistiche, ma sorprende chiunque si soffermi ad alzare lo sguardo. Sulle pareti si ammirano affreschi Liberty con figure allegoriche e motivi floreali. In quell’angolo silenzioso, Roma mostrava un volto più intimo, lontano dalla folla e dal caos.
Piazza di Spagna e la scalinata di Trinità dei Monti
Proseguendo, abbiamo raggiunto Piazza di Spagna, luogo simbolo della città. La Scalinata di Trinità dei Monti, con i suoi 135 gradini costruiti nel Settecento, faceva da cornice a turisti e romani intenti a godersi l’atmosfera. Ai piedi della scalinata si trova la Fontana della Barcaccia, opera di Pietro e Gian Lorenzo Bernini, che sembra emergere leggermente al di sotto del livello stradale.
Tutt’intorno, boutique di lusso e negozi esclusivi popolano le strade adiacenti. Ma il vero lusso, per me, era sedermi su quei gradini, osservare le persone e sentire l’energia vibrante della città. Se vi capita di essere in zona a mezzogiorno, consiglio il ristorante Er Faciolaro, noto per la sua cucina tipica romana di qualità.
Da San Pietro al Gianicolo: Roma dall’alto
Nel pomeriggio, l’idea era di andare in Vaticano, ma siamo arrivate tardi per l’ingresso in Basilica. Abbiamo allora deviato verso il Gianicolo, la seconda collina più alta di Roma. Qui, i turisti sono meno numerosi, e la veduta regala un istante di pura estasi: la distesa urbana è interrotta solo dal Cupolone di San Pietro e dai campanili del centro. L’Acqua Paola, detta il Fontanone, e il Faro Manfredi completano un panorama che invoglia a fermarsi, respirare e assorbire la scena.
Al calar della sera, siamo tornate al nostro B&B, concedendoci nuovamente una carbonara all’Oppio Caffè. La seconda volta era altrettanto gustosa della prima. Con pancia piena e spirito leggero, abbiamo continuato la serata salendo verso i Musei Capitolini, non per entrare, ma per ammirare Piazza del Campidoglio illuminata. Progettata da Michelangelo, la piazza ospita la copia della statua equestre di Marco Aurelio, mentre l’originale è protetto all’interno dei musei. Alle spalle della piazza, una terrazza regala una prospettiva unica sul Foro Romano illuminato: colonne, archi e templi antichi risaltano nella penombra, come un sipario che si solleva su epoche lontane.
Villa Borghese: il cuore verde della capitale
La mattina successiva, abbiamo optato per un ritmo più lento, dirigendoci verso Villa Borghese. Questo parco di ottanta ettari è il polmone verde di Roma. Anche senza varcare le porte della rinomata Galleria Borghese, il semplice passeggiare tra i viali alberati e le fontane ornamentali rilassa mente e corpo. Il Tempio di Esculapio si affaccia su un laghetto artificiale, dove è possibile noleggiare una barca a remi.
In quel momento, un musicista di strada suonava l’arpa, creando un sottofondo fiabesco per i turisti che galleggiavano sulle acque. È un frammento di poesia urbana, inaspettato quanto gradito. Roma sa colpire al cuore anche con piccoli gesti: non occorre sempre un biglietto per provare meraviglia.
Piazza Navona e il labirinto dei vicoli
Lasciata Villa Borghese, ci siamo avvicinate al Vaticano. Prima, però, una tappa d’obbligo a Piazza Navona. Considerata da molti la piazza più elegante di Roma, deve la sua fama alla Fontana dei Quattro Fiumi, capolavoro barocco di Gian Lorenzo Bernini. Molti artisti di strada si esibiscono attorno alle fontane, regalando ritratti o caricature ai visitatori. È un punto perfetto per uno spuntino, sedute a uno dei caffè che cingono la piazza, osservando il viavai e l’allegro vociare di persone provenienti da ogni angolo del mondo.
Basilica di San Pietro: meraviglia gratuita
Salutata Piazza Navona, ci siamo addentrate nei vicoli che conducono a Castel Sant’Angelo, per poi proseguire fino a Piazza San Pietro. La fila per la Basilica appariva lunga, ma scorreva piuttosto velocemente. Una volta oltrepassati i controlli, siamo entrate in uno degli spazi sacri più iconici al mondo, e tutto senza pagare un centesimo.
All’interno, la maestosità dell’edificio toglie il fiato: la cupola disegnata da Michelangelo sovrasta mosaici e decorazioni che accentuano la grandiosità della struttura. La Pietà, protetta da una teca trasparente, emana un pathos che colpisce chiunque la osservi. Rimanere in silenzio, respirando l’aria carica di storia e spiritualità, fa comprendere la portata universale di questo luogo, meta imprescindibile per milioni di pellegrini e turisti.
Ritorno al Colosseo
Dopo l’uscita dalla Basilica, abbiamo percorso il tragitto a ritroso fino al B&B, concedendoci un ultimo sguardo al Colosseo. In appena due giorni, Roma aveva già lasciato un segno indelebile: dai panorami urbani che si stagliano all’orizzonte alle piccole scoperte fatte quasi per caso. L’assenza di un programma vincolante ci ha permesso di cogliere dettagli che forse sarebbero sfuggiti nella corsa a timbrare biglietti e seguire orari.
Roma, una cartolina a cielo aperto
Questi due giorni “senza biglietto” hanno mostrato quanto la capitale sappia incantare anche senza varcare l’ingresso di mostre o monumenti a pagamento. Ogni piazza è un palcoscenico, ogni vicolo un invito a rallentare. Al ritorno, mi sono resa conto che Roma non smette mai di stupirti: la sua storia trasuda dalle pietre, e bastano un paio di scarpe comode e uno sguardo curioso per scoprirla. Certo, la prossima volta potrei prenotare la visita a un museo, ma adesso so che la città rivela parte della sua anima già a cielo aperto.
Roma non è soltanto la capitale d’Italia: è un’immersione continua in storie diverse, un teatro in cui ogni monumento, fontana o rovine archeologiche gareggiano per attirare l’attenzione. A volte ci si dimentica di quanto si possa conoscere una città semplicemente camminando, osservando angoli meno noti o godendosi i panorami offerti dalle tante terrazze gratuite.
Questa esperienza mi ha insegnato che per innamorarsi di Roma non è sempre essenziale varcare tornelli. La città regala momenti intensi anche a costo zero: una vista, una passeggiata, un riflesso dorato al tramonto. E quando tornerò, forse proverò ad aggiungere un paio di visite programmate, ma resterò aperta all’imprevisto, perché è proprio quel senso di libertà a rendere Roma un luogo in cui perdersi diventa un privilegio.
Alla fine, abbiamo lasciato il B&B con il cuore colmo di ricordi. Mentre ci allontanavamo, davo un ultimo sguardo al Colosseo, pensando che, a volte, viaggiare senza biglietti è un modo per scoprire l’autenticità di un posto. E Roma, con la sua grandezza, ha saputo confermarlo. Qualcuno potrà dire che ci siamo perse i capolavori custoditi dietro i portoni dei musei, ma in cambio abbiamo ottenuto qualcosa di altrettanto prezioso: l’essenza stessa di una città che respira storia in ogni sampietrino.
Andra Juhasz