Viaggi e Turismo

Obrigada, Porto

L’unica cosa che controllo quasi ossessivamente prima di un viaggio? No, non sono i documenti. È il meteo. E lo controllo ogni mezz’ora nella settimana prima della partenza, come se così potessi manifestare del bel tempo per la mia nuova destinazione. E così, anche se consapevole che ottobre è un mese autunnale e con ogni ricerca che avvertiva sull’instabilità del tempo in questo periodo, ho continuato a scrivere “meteo Porto” nella barra di ricerca Google fino a quando il mio cervello si è rassegnato e ha accettato (con probabilità del 100%) che la pioggia sarà la mia compagna in questo viaggio portoghese.

Quindi, porto l’ombrello a Porto o no?

No, non l’ho portato. E bene ho fatto perché, contro tutte le prognosi, a Porto ha piovuto solo il 15%. Sì, quel 15% è bastato per farmi una doccia vestita, però metteremo a conto anche questo come esperienza di viaggio.

Fuori dallo schema generale dei miei viaggi, non ho scelto un hotel nel centro della città, ma a Matosinhos – una località dedita alla pesca che vanta alcune delle spiagge più belle nelle vicinanze di Porto. Chiaramente in questo periodo non si può apprezzare molto, però è stato il luogo perfetto per sgranchirmi le gambe dopo il viaggio di 6 ore – con scalo – da Napoli. Ho fatto una passeggiata dal mio alloggio, sul lungomare, fino alla interessantissima scultura “She changes” (“Lei cambia”), progettata dall’artista Janet Echelman per le città di Porto e Matosinhos. Composta da tre pali in acciaio, cavi, un anello anch’esso in acciaio da 20 tonnellate più una rete di densità e colori variabili, essa si muove continuamente, accarezzata dalla brezza dell’oceano. La città è rinomata anche per la grande offerta ristorativa, il che la rende un perfetto punto di partenza e arrivo per le giornate che ho dedicato alla scoperta di Porto: non parti mai affamato e torni sicuro di trovare un posto perfetto per cenare. Qui, infatti, ho provato anche il piatto tipico portoghese – la francesinha. Si tratta di un sandwich di pane in cassetta, ripieno di vari tipi di carne e prosciutto, ricoperto di formaggio fuso e immerso letteralmente in un bagno di salsa di pomodoro al quale si può aggiungere, a piacere, un uovo. Non male, però ho preferito i loro preparati di pesce!

Matosinhos è collegato a Porto dalla linea Metropolitana A (blu). Ho scelto come fermata quella di Trindade. Da qui, tutto quello che vorresti vedere a Porto si svela mano a mano che scendi verso il fiume. Non mancheranno le salite, è vero, però in linea di massima non c’è bisogno di prendere mezzi pubblici.

A pochi minuti da Trindade potrai trovare, volendo seguire la mia ruta, il primo gioiello azzurro di Porto – Capela das Almas. Sono rimasta incantata dagli azulejos che rivestono le sue pareti. I vividi pannelli di piastrelle dipinte raccontano storie antiche, riti sacri e tradizioni portoghesi con dettagli vibranti e colori audaci, trasportando chiunque in un viaggio affascinante attraverso la storia e la cultura portoghese. Consapevole che questo è solo un assaggio di questa forma d’arte che caratterizza la città, mi sono quindi diretta verso la Chiesa del Carmelo. Arrivo alla chiesa da una stradina laterale, perché mi lascio guidare dalle viuzze e dai piccoli scorci che all’improvviso attirano la tua attenzione e ti fanno abbandonare la strada indicata dal navigatore. Imponente la parete laterale che si confonde con il cielo azzurro. Gli azulejos sulla chiesa del Carmo raffigurano principalmente scene religiose, comprese rappresentazioni di santi, episodi della vita di Cristo e momenti significativi della storia ecclesiastica. Oltre a ciò, si possono trovare motivi floreali e geometrici che arricchiscono l’estetica complessiva, creando un connubio di spiritualità e arte decorativa. A parte questo, la chiesa nasconde una moltitudine di altre curiosità, tanto che meriterebbe un articolo soltanto suo.

Nella piazza antistante si trova una bellissima fontana con dei leoni alati che si dice abbiano ispirato la casata dei “Grifondoro” della famosa saga “Harry Potter”. Per gli appassionati, Porto è il posto dove tutto ha avuto inizio. È qui che l’autrice ha scritto il primo romanzo della serie e dicono si sia ispirata a tanti dei suoi suggestivi posti. Per esempio la scalinata della celebre libreria Lello, che si trova a pochi metri dalla fontana. Amante di libri avrei visitato comunque questa libreria, però i fan la rendono quasi impraticabile. Cosicché ho prenotato in anticipo comprando il biglietto “gold” per la prima ora della mattina. Anche se il primo giorno ho ammirato soltanto la facciata, il secondo giorno, alle 8:20 ero la prima fuori alla libreria e alle 9 c’erano già 100 persone in fila. Credetemi sulla parola, questo piccolo sacrificio ne vale la pena. Avere per sé stessi la libreria, anche per pochi minuti, è davvero magico. Le luci soffuse, il silenzio e l’architettura creano un’esperienza immersiva, dalla quale non vorresti più uscire. Ah… leggere qui dentro tutta la giornata!

Da lì un’occhiata alla Chiesa e Torre dei Chierici, senza salire nel campanile perché il panorama dall’alto voglio vederlo dalle torri della Cattedrale verso la quale mi sono diretta seguendo la folla di turisti. Con 3 Euro non solo potrai ammirare un panorama a 360° di questa magnifica città, ma avrai accesso anche al suo spettacolare chiostro. Ogni volta che ho l’opportunità di visitare un chiostro nei miei viaggi, noto sorgere dentro di me un sentimento di gioia tanto intenso quanto breve nell’economia di un intero viaggio. Perché anche se immensamente grata e felice per la bellezza che ogni nuovo posto regala ai miei occhi, la scoperta di un bel piccolo chiostro è particolarmente speciale. Ho provato a capire questo sentimento e per ora la spiegazione che mi do è che siamo abituati alla bellezza esposta, creata per essere oggetto dell’ammirazione di tutti; un chiostro è creato per pochi, nascosto, ma tante volte di una bellezza incredibile, che ci sorprende come un tesoro segreto nascosto tra le mura di un posto il più delle volte molto austero. Le foto vi parleranno della sua bellezza.

E con tutto questo, non abbiamo ancora visto quello che è il simbolo architettonico che contraddistingue la città: il ponte Dom Luis I. Dal piazzale della Cattedrale, prendendo le scale per scendere al fiume, scegliete la stradina di sinistra. Piano piano troverete quello che secondo me è il posto instagrammabile perfetto per una foto del ponte. Se vi ricorda la Torre Eiffel è perché è stato progettato da Teófilo Seyrig, discepolo del famoso ingegnere francese Gustave Eiffel. L’iconica struttura fu completata nel 1886 e attraversa il fiume Douro con due livelli: uno per il traffico veicolare (sotto) e l’altro per il passaggio della metropolitana (sopra). Entrambi sono aperti ai pedoni, offrendo panorami spettacolari sulla città. Seguendo il mio consiglio, arriverete quindi giù al fiume e vi ritroverete nel bel mezzo della colorata Ribeira, rinomata per essere uno dei quartieri più pittoreschi e vivaci di Porto. Celebre per le sue stradine acciottolate, gli edifici colorati e l’atmosfera vibrante, Ribeira è anche famosa per i suoi tradizionali ristoranti di pesce, bar e caffè che offrono specialità locali. Questa zona è un affascinante labirinto di vicoli che si estende su tutta la collina fino giù al fiume e vista dall’altra parte diventa una vera e propria cartolina.

Dall’altra parte c’è Gaïa, e basta attraversare il ponte per raggiungere questo posto “di-vino”. Ebbene sì, qui la vostra visita sarà all’insegna del famoso vino di Porto. Le cantine, grandi e piccole, si susseguono lungo il fiume e una visita ad almeno una di loro è d’obbligo. Ovviamente è consigliabile prenotare in anticipo. Io ho scelto le cantine Ferreira, tra le più grandi e più antiche. Una visita così sarà il connubio perfetto tra un viaggio nella storia e un incontro con il vino portoghese. Perché il vino è la storia di questo posto. Ho capito durante la visita guidata quanto lo sviluppo dell’industria del vino abbia influito sullo sviluppo di Porto e del Portogallo. Tradizioni, cultura, economia, relazioni internazionali… tutte hanno in qualche modo un legame con la produzione e l’esportazione del vino. L’assaggio finale è soltanto la ciliegina sulla torta (vi dico solo che in aeroporto ho fatto una bella scorta di vini di questa cantina!).

Dopo aver cercato il famoso coniglio street art, un’opera d’arte vivace e intrigante che aggiunge un tocco di creatività al panorama urbano di Gaia, e fatto la foto di rito, è iniziata la salita verso i Giardini di Morro. Qui il panorama lascia senza fiato. Il fiume, il ponte, Porto sull’altra riva si presentano davanti ai vostri occhi mentre state comodamente seduti sulle panchine. Se siete fortunati, potreste vedere anche qualche piccola band esibirsi al tramonto. Lo spettacolo è assicurato. Ho organizzato la mia giornata in modo di trovarmi lì alla golden hour e ve lo straconsiglio. I colori riflessi sul fiume che scorre lento, la vastità che si apre davanti a vostri occhi mentre attraversate il ponte dalla parte superiore, renderà questo tramonto davvero speciale. Il giorno dopo l’ho attraversato con la pioggia e il vento fortissimo; sono nate dentro di me emozioni da non dimenticare quando ero sul punto di volare giù come Mary Poppins, però come dicevo all’inizio, metteremo a conto anche questo come esperienza di viaggio.

Di ritorno a Trindade per prendere la metro, si passeggia lentamente in salita tra facciate colorate e piene di azulejos. Scelgo di fare una sosta al Mercato di Bolhão, nelle vicinanze, un affascinante e tradizionale mercato coperto, caratterizzato da un’architettura semplice e atmosfera animata che offre una varietà di prodotti freschi, dai frutti di mare alle verdure, ai formaggi e ai fiori. I venditori locali creano uno spettacolo vivace, richiamando l’autenticità della cultura portoghese, e i ristoranti hanno un’offerta per tutti i gusti.

Se il tempo ve lo permette, fate una fuga fuori Porto per vedere la piccola Capela do Senhor da Pedra a Miramar, una località balneare vicino a Porto. Costruita sulla spiaggia rocciosa, è famosa per la sua posizione pittoresca e il suo design suggestivo – un miscuglio di elementi barocchi e manuelini. Qui però, la vera arte la fanno le onde dell’oceano che si infrangono ritmicamente sulla scogliera che accoglie la Capela, creando ogni volta un quadro diverso. Sarei restata lì tutta la giornata a guardare questo spettacolo, circondata dalla bianca schiuma dell’oceano che il vento portava in alto vorticando.

Questo è, quindi, un viaggio a Porto. Due giorni e mezzo pieni. Ma se ne avessi avuto di più, sarei stata contenta di girare senza meta per le sue stradine, a rivedere tutto e fare finta di essere una locale che non si meraviglia più davanti alle sue bellezze. Ma chissà, poi, se è possibile!

Andra Juhasz

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