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Le Sorelle della Valle: le “monache” del CBD che uniscono spiritualità e attivismo

Nel cuore della California rurale, precisamente nella contea di Merced, un gruppo di donne ha scelto di riscrivere le regole del benessere, della spiritualità e dell’impresa sociale. Si fanno chiamare Sisters of the Valley, ma sono conosciute in tutto il mondo come “le monache del cannabis”.

Dietro ai loro veli bianchi e tuniche blu non c’è un ordine religioso riconosciuto, bensì un forte impegno etico e spirituale che si ispira alle beghine medievali: comunità di donne indipendenti che vivevano seguendo principi di preghiera, lavoro e aiuto reciproco, senza vincoli ecclesiastici.

Fondate nel 2015 da Christine Meeusen – oggi “Sister Kate” – le Sorelle della Valle coltivano e trasformano legalmente piante di canapa ricche di CBD (cannabidiolo), una sostanza naturale non psicoattiva, nota per i suoi effetti calmanti e antinfiammatori. Dai loro campi nascono oli, unguenti, tinture e capsule a base di CBD, preparati rigorosamente a mano secondo i cicli lunari e in un clima di meditazione e ritualità.

Non si definiscono né streghe né suore, ma guaritrice e attiviste. Combattono i pregiudizi verso il cannabis terapeutico e sostengono un’economia sostenibile e inclusiva. Il loro messaggio è chiaro: “le donne devono avere un posto nella filiera della guarigione, e devono farlo a modo loro”.

La loro piccola comunità ha conquistato l’attenzione internazionale, non solo per la particolarità della missione, ma anche per la coerenza con cui portano avanti i propri valori. Nessun compromesso con le multinazionali del benessere: ogni prodotto è biologico, vegano e prodotto con amore.

Le Sorelle della Valle dimostrano che la spiritualità non ha bisogno di dogmi per esprimersi. E che persino una pianta, per secoli demonizzata, può diventare simbolo di guarigione, sorellanza e resistenza.

 

 

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