La frase pronunciata in questi giorni a Roma risuona come un monito e, al tempo stesso, come una promessa: la difesa dell’Ucraina è la difesa dell’intero continente europeo. La visita del presidente Volodymyr Zelensky in Italia, infatti, non è stata soltanto una tappa diplomatica, ma un messaggio forte e chiaro lanciato a tutta l’Europa.
Il leader ucraino è giunto nel nostro Paese per partecipare alla IV Conferenza internazionale sulla ricostruzione dell’Ucraina, un appuntamento cruciale che si propone di mobilitare risorse, competenze e idee per la rinascita di un Paese martoriato da oltre due anni di guerra. Ma la sua presenza ha avuto un significato che va ben oltre la dimensione economica.
In questi giorni, Zelensky ha incontrato le massime autorità italiane. Con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ribadito l’importanza del sostegno politico e militare, sottolineando come la stabilità ucraina sia intimamente legata alla sicurezza dell’Unione Europea. La premier Giorgia Meloni ha confermato l’appoggio dell’Italia “a 360 gradi”, annunciando nuovi pacchetti di aiuti e manifestando la volontà di rafforzare la collaborazione anche sul piano industriale. Infine, l’udienza con Papa Francesco ha rappresentato un momento di grande carica simbolica: un incontro che ha unito la dimensione spirituale alla speranza di una pace possibile, pur nella consapevolezza della complessità del conflitto.
Durante la Conferenza alla Nuvola di Roma, Zelensky ha parlato di un’Ucraina che non vuole semplicemente ricostruire ciò che è stato distrutto, ma che punta a rinnovarsi profondamente, immaginando città moderne, infrastrutture resilienti e un tessuto economico più forte. L’obiettivo è trasformare la tragedia della guerra in un’opportunità di rinascita, coinvolgendo partner internazionali, aziende e istituzioni. Una sfida che chiama in causa direttamente anche l’Italia, pronta a partecipare con il proprio know-how, la propria esperienza imprenditoriale e un patrimonio di relazioni consolidate.
Il messaggio di Zelensky è stato chiaro: un’Ucraina libera, stabile e sicura significa un’Europa più forte, capace di difendere i propri valori e la propria libertà. La guerra non è più percepita come un conflitto lontano, ma come una minaccia concreta che riguarda la tenuta democratica dell’intero continente. E proprio per questo, la solidarietà mostrata dall’Italia assume un valore non solo politico ed economico, ma profondamente identitario.
In un’epoca segnata da nuove tensioni e da un ritorno di logiche di potenza che si speravano superate, riaffermare il legame tra Kiev e le capitali europee significa scegliere con chiarezza da che parte stare. La sicurezza di Kiev, dunque, non è una questione regionale né un interesse di parte: è la garanzia di un futuro europeo basato su pace, diritti e cooperazione.
L’Italia, con questa visita, ha confermato di voler giocare un ruolo da protagonista. Un ruolo che non si esaurisce nell’assistenza militare o economica, ma che si traduce in una visione strategica comune. Perché, come ha ricordato Zelensky stesso, l’Ucraina non sta solo difendendo il proprio territorio: sta difendendo la nostra idea di Europa.
