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La GPA diventa un reato universale in Italia: cosa significa per i cittadini italiani e uno sguardo alla situazione globale

Il Parlamento italiano ha approvato una nuova legge che trasforma la Gestazione per Altri (GPA) in un *reato universale*. Questa decisione rappresenta un importante punto di svolta nel panorama legislativo italiano e internazionale, poiché prevede la possibilità di perseguire penalmente i cittadini italiani che ricorrono alla GPA, anche se la pratica viene effettuata all’estero in paesi dove è legale. Il dibattito sulla surrogazione ha sollevato interrogativi complessi sui diritti riproduttivi, etica e giustizia sociale, e questa nuova legge porta con sé implicazioni significative per molte persone.

La legge italiana sulla GPA come reato universale

Con la nuova normativa, la Gestazione per Altri diventa un reato in qualsiasi circostanza per i cittadini italiani, anche quando effettuata in paesi dove è consentita. Il concetto di *reato universale* significa che, indipendentemente da dove avvenga la GPA, le autorità italiane possono perseguire penalmente chiunque vi ricorra o faciliti la pratica. Le sanzioni previste possono includere fino a due anni di reclusione e multe fino a un milione di euro.

Questa legge si inserisce in un contesto più ampio di dibattito morale e politico, in cui il governo italiano, in particolare la destra, ha giustificato la misura come una difesa della dignità della donna, opponendosi all’idea che la maternità possa diventare un oggetto di commercio.

Implicazioni per i cittadini italiani

Una delle implicazioni più controverse di questa legge riguarda la sua applicabilità extraterritoriale. Ad esempio, se una coppia italiana si reca in un paese dove la GPA è legale – come la Grecia o gli Stati Uniti – per avere un figlio tramite madre surrogata, rischia comunque di essere perseguita penalmente al ritorno in Italia. Questo solleva non solo questioni di diritti individuali, ma anche problematiche pratiche, come il riconoscimento legale dei bambini nati tramite GPA all’estero. In alcuni casi, solo uno dei genitori biologici può essere riconosciuto come tale, mentre l’altro potrebbe affrontare difficoltà legali per ottenere la tutela del bambino.

L’applicazione pratica della legge potrebbe però rivelarsi complessa. Poiché la GPA è regolata da accordi contrattuali privati in molti paesi, è difficile per le autorità italiane scoprire e dimostrare l’effettiva partecipazione dei cittadini italiani. Nonostante queste difficoltà, la legge rimane un deterrente per chiunque stia considerando la surrogazione all’estero.

La GPA nel mondo: un quadro variegato

A livello globale, la situazione della Gestazione per Altri varia notevolmente. Alcuni paesi la permettono e regolano, altri la vietano in tutte le sue forme, mentre in altri ancora la legislazione è confusa o assente. Queste diverse normative rispecchiano le differenze culturali, religiose e politiche tra i vari stati.

Paesi dove la GPA è legale e regolamentata

In Stati Uniti, Grecia, Ucraina e Georgia, la GPA commerciale è legale e regolamentata, rendendo questi paesi mete popolari per chi cerca di accedere alla surrogazione. Negli Stati Uniti, ad esempio, alcuni stati come la California permettono la GPA commerciale, con diritti e doveri ben definiti sia per i genitori intenzionali che per la madre surrogata. Al contrario, in Canada e nel Regno Unito, la GPA è permessa solo in forma altruistica: la madre surrogata può ricevere rimborsi per le spese, ma non può essere pagata per il servizio.

Paesi che vietano la GPA

Molti paesi europei, tra cui Francia, Italia, Spagna e Germania, vietano la GPA in tutte le sue forme. Questi stati considerano la pratica come una violazione dei diritti della donna e del bambino. In Italia, oltre al divieto della GPA, con la nuova legge, anche le pratiche effettuate all’estero comportano conseguenze penali.

Paesi con legislazioni poco chiare

In alcuni paesi, la legislazione sulla GPA è incerta o non esiste affatto. Per esempio, in India, fino al 2018, la GPA commerciale era un’industria fiorente, ma ora è permessa solo in forma altruistica e riservata ai cittadini indiani. In Messico, alcune regioni consentivano la GPA commerciale, ma le leggi sono state modificate per restringere l’accesso agli stranieri.

Questioni etiche e sociali

Il tema della GPA solleva dibattiti etici complessi. I sostenitori della pratica vedono la surrogazione come una scelta legittima, che offre alle coppie sterili o alle persone LGBTQ+ la possibilità di avere figli. Tuttavia, gli oppositori temono che la GPA commerciale, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, possa portare a una forma di sfruttamento delle donne vulnerabili, trasformando la maternità in una transazione economica.

Inoltre, ci sono preoccupazioni riguardo ai diritti dei bambini nati tramite GPA, in particolare nei paesi dove la pratica è vietata, come in Italia. Questi bambini potrebbero trovarsi in situazioni legali incerte o incontrare difficoltà nel vedersi riconosciuti come figli legittimi dei loro genitori.

Il futuro della GPA in Italia e nel mondo

L’approvazione della legge italiana riflette un atteggiamento sempre più restrittivo nei confronti della GPA, che trova eco in altri paesi. Tuttavia, la crescente domanda di GPA da parte di coppie che non possono avere figli biologici o che incontrano ostacoli legali nella loro nazione sta alimentando una “industria globale della surrogazione”, con paesi come l’Ucraina e la Georgia che attraggono molti aspiranti genitori.

Il futuro della GPA, quindi, rimane incerto, tra chi chiede una maggiore regolamentazione per proteggere le donne coinvolte e chi vorrebbe vederla vietata del tutto. In Italia, la legge del 2023 rappresenta un passo deciso nella direzione del divieto assoluto, ma potrebbe anche portare a nuove sfide legali e sociali nei prossimi anni, soprattutto in relazione ai diritti dei bambini nati da GPA all’estero.

In un mondo sempre più globalizzato, la GPA continua a rappresentare un tema di grande importanza e complessità, in cui si intrecciano diritto, etica e scelte personali.

 

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