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La Francia riconoscerà ufficialmente lo Stato di Palestina: una svolta storica nella diplomazia internazionale

Parigi – Con un annuncio che segna una svolta nelle relazioni internazionali e nella diplomazia mediorientale, il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato ufficialmente che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina nel corso della prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, prevista per settembre 2025 a New York. La decisione, attesa da mesi, è destinata ad avere un impatto profondo sugli equilibri geopolitici e sui futuri scenari di pace nella regione.

Un annuncio strategico e simbolico

Il riconoscimento sarà accompagnato da una dichiarazione formale all’ONU, e rappresenterà – nelle parole dello stesso Macron – «un atto di responsabilità politica e morale» in linea con il diritto internazionale e con la storica posizione francese a favore della soluzione dei due Stati.

Il capo dell’Eliseo ha sottolineato che la Francia intende giocare un ruolo attivo nella ricostruzione diplomatica post-conflitto, affiancando l’Arabia Saudita nella presidenza della conferenza internazionale per la pace in Medio Oriente.

> «Riconoscere la Palestina significa ribadire che la sicurezza di Israele e la dignità del popolo palestinese devono procedere insieme», ha dichiarato Macron.

Francia prima potenza occidentale a farlo

Il gesto della Francia è doppiamente significativo: sarà il primo Paese del G7 e il primo membro permanente del Consiglio di Sicurezza ONU a riconoscere ufficialmente lo Stato palestinese. Un atto che supera i semplici simbolismi e pone la Francia in una posizione guida in Europa e nella comunità internazionale.

Già nel 2024, Spagna, Irlanda, Norvegia, Slovenia e Armenia avevano compiuto lo stesso passo, ma l’ingresso della Francia in questo gruppo conferisce una nuova forza e legittimità alla causa palestinese sul piano globale.

Le reazioni: tra consensi e tensioni

on si sono fatte attendere le reazioni internazionali. L’Autorità Nazionale Palestinese ha accolto l’annuncio con entusiasmo, parlando di «un passo fondamentale verso la giustizia storica». Anche Hamas, in un comunicato, ha definito la decisione «uno sviluppo politico importante» e ha invitato altri Stati europei a seguire l’esempio francese.

Israele, invece, ha reagito con durezza. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha accusato la Francia di «premiare il terrorismo» e di indebolire la sicurezza regionale, mentre il ministro degli Esteri Gideon Saar ha richiamato l’ambasciatore israeliano a Parigi per consultazioni urgenti. Anche alcuni esponenti statunitensi hanno espresso contrarietà, tra cui il senatore Marco Rubio, che ha definito il riconoscimento un “grave errore strategico”.

Quali implicazioni?

Il riconoscimento non ha solo valore simbolico: apre la strada a una nuova fase diplomatica, in cui l’Europa potrebbe assumere un ruolo più attivo e indipendente nella gestione del conflitto israelo-palestinese. Secondo fonti vicine all’Eliseo, la Francia sta lavorando a una proposta congiunta con altri Paesi UE per legare il riconoscimento a un cessate il fuoco permanente, alla liberazione degli ostaggi, alla fine degli insediamenti illegali e alla ripresa dei negoziati di pace.

Inoltre, il governo francese intende proporre un pacchetto di aiuti umanitari straordinari per Gaza e sostenere un meccanismo multilaterale di ricostruzione affidato all’ONU e alla Banca Mondiale.

Prossime tappe

Il riconoscimento sarà formalizzato a settembre 2025 con un intervento di Macron all’Assemblea delle Nazioni Unite. Prima di quella data, Parigi ospiterà – insieme all’Arabia Saudita – una conferenza diplomatica internazionale il 28 e 29 luglio, che riunirà i principali attori regionali e globali per definire un piano d’azione coordinato.

Con questa decisione, la Francia apre un nuovo capitolo nella politica estera europea e rilancia l’idea di una diplomazia fondata su diritti, legalità internazionale e soluzioni durature. Riconoscere la Palestina non significa negare Israele, ma riaffermare che pace e sicurezza sono possibili solo attraverso il reciproco riconoscimento e la coesistenza.

 

 

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