Spesso il pettegolezzo è trattato con disprezzo: “voce sporca”, “calunnia”. Eppure, molto prima che nascessero i social media, le voci silenziose già modellavano reputazioni, orchestravano esclusioni e alimentavano resistenze. Oggi, nuova ricerca suggerisce che dietro al pettegolezzo c’è un’abilità cognitiva sofisticata, insospettata.
Il paradosso del pettegolezzo strategico
Come facciamo a spargere un’informazione su un’altra persona senza che lei lo scopra? Studi recenti indicano che il cervello “simula” mentalmente il network sociale, calcola la distanza sociale e il grado di popolarità degli interlocutori, predicendo il flusso possibile del gossip — e scegliendo interlocutori che massimizzino la diffusione, minimizzando il rischio di essere scoperti.
Questo “algoritmo umano” ci consente di veicolare notizie, avvertimenti, norme sociali, ma anche critiche implicite o accuse, con una forma di finezza strategica.
Doppio taglio: coesione e conflitto
Da un lato, il pettegolezzo agisce come colla sociale: rafforza norme, segnala trasgressioni, costruisce legami esclusivi tra chi condivide le informazioni.
Dall’altro, può diventare arma distruttiva: diffamazione, isolamento, rumore tossico. Quando il confine tra informazione e maldicenza si dissolve, il rischio etico è alto.
Pettegolezzo e movimenti sociali
Storicamente, in contesti repressivi o in cui l’informazione ufficiale è censurata, il “passaparola” ha assunto una funzione politica: diffondere notizie non ufficiali, coordinare azioni, costruire solidarietà. Il pettegolezzo clandestino ha nutrita la resistenza, ha rotto silenzi e censura. Rendere consapevole questa dimensione significa riconoscere che anche il “discorso informale” è parte della battaglia per il potere.
Linee guida per “pettegoleggiare con saggezza”
1. Verifica la fonte: prima di condividere, considera se hai elementi credibili.
2. Valuta il danno: chiediti quali effetti avrà su reputazioni, relazioni, gruppi.
3. Scegli bene il destinatario: considera la distanza sociale e l’influenza del tuo interlocutore.
4. Controlla il contenuto: punta ad accuse che contengano un valore sociale (norme) più che mera vendetta.
5. Guarda al contesto: in certi ambienti (aziende, ambienti fragili) il pettegolezzo può degenerare facilmente.
Il pettegolezzo non è un vizio irrimediabile, ma uno strumento ambivalente. Se ignorato o condannato a priori, perdiamo la possibilità di comprenderne il ruolo profondo nell’assetto sociale. Se usato con consapevolezza, può essere una forma di intelligenza sociale: un modo per orientarsi nel mondo relazionale, nel potere e nella verità.
